Una giornata vulcanica
C’è un’area dell’Umbria, di modeste dimensioni, neanche un chilometro quadrato, che è considerata protetta, dove si trova una roccia vulcanica dalle caratteristiche uniche. Da renderlo un sito di interesse geologico di importanza mondiale. E la sua storia, che pure è davvero millenaria, è stata scoperta solo da poco. Era infatti la fine dell’Ottocento quando ci si rese conto che la composizione di alcune rocce di quell’area presentava caratteristiche uniche.
Sopra a quel deposito di rocce, di natura vulcanica, composte da lapilli, ceneri e bombe vulcaniche, c’era ormai anche un paese, San Venanzo, che visto dall’alto presenta per l’appunto una forma quasi ad anello, a ricordare il classico cono di un cratere vulcanico. Il Tutto risale a 265.000 anni fa. Strutture geologiche come quella di San Venanzo prendono il nome di Maar che è un termine tedesco utilizzato per indicare delle strutture poco rilevate, generalmente di forma circolare, il cui fondo depresso rispetto al piano di campagna è occupato da un lago (e il lago qui in tempi geologici c’è stato).
Poco distante c’è un altro cratere, a Pian di Celle, che presenta, oltre ai materiali precedenti due colate laviche, della stessa composizione. Queste scoperte hanno attirato studiosi e curiosi da tutto il mondo, anche se il grande pubblico ignora questo ennesimo “tesoro” dell’Umbria.
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