I rii di Cherasco: l'originale storia geologica di una peculiarità del nostro territorio.

DATA DELL'EVENTO
Dom, 21/10/2018 Ore 21/10/2018 ore 8.30-12.00
LUOGO DELL'EVENTO
Piazza del Comune, Via Vittorio Emanuele, 79 , Cherasco (CN)
ISCRIZIONE
Non necessaria, ingresso libero

La posizione peculiare - al margine occidentale delle Langhe e alla confluenza tra Tanaro e Stura di Demonte - fa del territorio di Cherasco un’area di notevole interesse geologico, in particolare per quanto riguarda l’evoluzione tardo-Cenozoica e Quaternaria del Piemonte meridionale.
Il Tanaro, che scorre da sud verso nord fino a Cherasco per poi deviare repentinamente verso est, divide infatti il territorio in due porzioni profondamente diverse dal punto di vista geomorfologico. Ad est, in destra Tanaro, la morfologia è collinare, con rilievi di modesta entità che vanno dai 180 m dell’alveo del fiume ai 500 m circa dell’abitato di La Morra; tale settore rappresenta la terminazione occidentale delle Langhe, costituite da una successione di rocce sedimentarie che si sono depositate, negli ultimi 35 milioni di anni, all’interno di un bacino essenzialmente di tipo marino, denominato Bacino Terziario Ligure-Piemontese. Nel territorio cheraschese le rocce appartenenti a tale bacino sono rappresentate principalmente dai termini più recenti, cioè marne tortoniane di mare aperto passanti superiormente a marne, arenarie e corpi gessosi di ambiente evaporitico tipici della famosa “crisi di salinità” messiniana. Tale successione presenta un notevole interesse paleontologico: in particolare, l’intervallo evaporitico è famoso anche per l’eccezionale rinvenimento di fossili di insetti all’interno dei gessi. A seguito di movimenti tettonici, gli strati originariamente orizzontali hanno subito una rotazione e presentano oggi una inclinazione verso nord, responsabile del profilo tipicamente asimmetrico dei rilievi collinari.
In sinistra Tanaro la morfologia è invece pianeggiante, e composta dai terreni alluvionali dell’”altopiano cheraschese” di età Quaternaria che riposano in discordanza sui sedimenti pliocenici.
Ma l’attuale assetto geomorfologico presenta ulteriori peculiarità: i terreni quaternari su cui giace la città sono infatti sopraelevati di circa 60-70 m rispetto ai fondovalle del Tanaro e della Stura, così da conferire al capoluogo l’aspetto di una penisola. Tale assetto è dovuto alla cosiddetta “cattura” del Tanaro, fenomeno che, avvenuto proprio nel territorio di Cherasco, ha rappresentato un evento determinante nel modellamento geomorfologico del Piemonte meridionale.
Intorno a ca. 40.000 fa, infatti, il Tanaro, che fino ad allora scorreva verso nord-ovest e confluiva nel Po in corrispondenza dell’attuale Carmagnola, subì un radicale cambiamento di percorso. Il paleo-Tanaro si trovava circa 100 m più in alto rispetto a piccoli corsi d’acqua che scendevano in direzione nord-est, verso l’attuale Asti; con il procedere dell’erosione regressiva verso ovest, la testata di uno di questi corsi d’acqua si avvicinò al letto del paleo-Tanaro, fino ad intercettarlo e le acque del Tanaro cominciarono quindi a confluire nel vicino corso d’acqua e a formare un nuovo alveo. Il nuovo percorso del Tanaro ha causato importanti variazioni nel paesaggio: per riequilibrare il livello tra il vecchio e il nuovo alveo si sono infatti innescati importanti fenomeni erosivi, che hanno dato luogo alla formazione delle alte scarpate che caratterizzano buona parte della valle del Tanaro e della Stura di Demonte, e sono particolarmente evidenti proprio in corrispondenza della città di Cherasco, che svetta come una penisola incisa dalle scarpate d’erosione del Tanaro e della Stura.
Questi fenomeni erosivi hanno anche interessato dei piccoli corsi d’acqua di risorgiva (noti come i Rii di Cherasco)che sono dal punto di vista naturalistico-ambientale unici in tutto il Piemonte e si presentano attualmente come luoghi di aspetto molto selvaggio vista l’estrema difficoltà all’opera di colonizzazione umana. I versanti molto ripidi sono interamente occupati da boschi misti fatta eccezione per qualche ceduo di robinia e qualche piccolo pioppeto coltivato, mentre sul fondo di questi valloni scorrono dei corsi d’acqua di dimensione modesta , ma con una portata pressoché costante e con una qualità dell’acqua ,secondo gli indici biotici, estremamente buona.


CARATTERISTICHE DELL'ESCURSIONE
Livello di difficoltà: basso
Distanza: 5 km km
Dislivello: 0 m m


ISCRIZIONE E ASSICURAZIONE
Iscrizione non necessaria
Ingresso libero
Assicurazione non necessaria



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