Anatomia di una frana sottomarina fossile: l'esempio del complesso caotico epiligure di Specchio (Val Pessola, provincia di Parma)

DATA DELL'EVENTO
Sab, 20/10/2018 Ore 9.00
LUOGO DELL'EVENTO
Val Pessola, ritrovo località Fopla Via Fondovalle del Pessola, Solignano (PR)
ISCRIZIONE
Obbligatoria entro il 19/10/2018 , ingresso libero
CONTATTI
Kei Ogata, Stefano Segadelli, Andrea Pelosio, Simone Cau
340.7616789 - 335.8362303 kei.ogata@gmail.com - stefanosegadelli@libero.it

In questa escursione sarà possibile osservare un magnifico esempio di frana sottomarina fossile a grande scala datata ca. 33 Ma, camminando lungo tutto il suo spessore, che da base a tetto raggiunge ca. 400 m. L'itinerario è organizzato in stop lungo la strada di fondovalle della Val Pessola, secondo un percorso andata e ritorno, concepito in modo da enfatizzare l'osservazione delle caratteristiche geologiche interne tipiche dei complessi caotici fossili da frana sottomarina e del contesto deposizionale a contorno.
Lo studio di questo tipo di unità geologiche fornisce utili informazioni alla ricostruzione paleogeografica delle catene montuose, conservando al loro interno lembi di successioni sedimentarie originariamente poste in aree marginali soggette a maggior erosione. Questi corpi sono inoltre importanti per la caratterizzazione dei cosiddetti depositi da trasporto di massa, comuni nei margini continentali sottomarini attuali. Questo parallelismo comporta importanti ripercussioni pratiche, anche dal punto di vista socioeconomico, soprattutto nel campo dello sfruttamento delle risorse offshore e la prevenzione/mitigazione dei rischi geologici correlati, come ad esempio il potenziale tsunamigenico e la destabilizzazione di aree costiere.

Accessibilità

Le esposizioni rocciose Epiliguri della Val Pessola si raggiungono risalendo la bassa Val Ceno percorrendo la Strada Provinciale SP28, da Fornovo in direzione Bardi. Superato l’abitato di Varano de’ Melegari, in prossimità del km 10 si imbocca una stradina sulla sinistra (di fronte alla Trattoria Case Contini) seguendo le indicazioni per Specchio (frazione di Solignano). Attraversato uno stretto ponte che si trova all’incirca sulla confluenza tra il torrente Ceno e il torrente Pessola, suo affluente sinistro, si prosegue costeggiando e risalendo questo ultimo all’interno dell’omonima valle.

Inquadramento geologico

Nell’ultimo tratto del suo percorso il torrente Pessola incide in maniera circa ortogonale una blanda sinclinale costituita da rocce eocenico-oligoceniche appartenenti alla Successione Epiligure (Ricci Lucchi & Ori, 1985). La bassa Val Pessola permette una visione quasi continua di questa successione, rappresentata dai sedimenti fini delle Marne di M. Piano alla base, e dai depositi arenaceo-grossolani delle Arenarie di Ranzano Auctt. al tetto (Pieri, 1961).
Intercalato all’interno di queste ultime compare un esteso complesso caotico da frana sottomarina, rappresentato da circa 400 m di sedimenti epiliguri arenacei e pelitici rimescolati. Questa unità, riconoscibile anche in altre “placche epiliguri” del versante padano dell’Appennino Settentrionale tra la Val Trebbia e la Val d’Enza, raggiunge in quest’area il suo massimo spessore e può essere osservata, perfettamente esposta, in sponda sinistra nell’ultimo tratto della valle.
Questo complesso caotico, comunemente identificato col nome di “litofacies caotica di Specchio” (dal nome del piccolo abitato sotto il quale si sviluppa), si interpone tra due successioni torbiditiche regolarmente stratificate delle Arenarie di Ranzano, in particolare, tra il membro della Val Pessola alla base, e il membro di M. Roccone (o Varano de’Melegari) al tetto (Mora, 1992; Mutti et al, 1995; Catanzariti et al., 1997; Martelli et al., 1998; Ogata, 2010).
L’unità caotica di Specchio si mette in posto nell’Oligocene basale (Rupeliano inferiore; ~32-33 M.a.) in seguito ad una serie di franamenti sottomarini avvenuti durante un periodo critico per la storia geologica dell’Appennino, sia dal punto di vista tettonico che climatico. Questo periodo coincide infatti con due importanti eventi (o serie di eventi): 1) l’incipiente collisione continentale (legata alle ultime fasi dell’orogenesi Alpina) tra le placche Europea ed Africana, che porta il cuneo d’accrezione Ligure, formatosi in seguito alla chiusura del Oceano Ligure-Provenzale, a giustapporsi all’avanpaese Appenninico (Cerrina Feroni et al., 2004), e 2) le glaciazioni dell’Oligocene inferiore, riconoscibili a livello globale come anomalie isotopiche nella curva dell’ossigeno (O18) (Miller et al., 1987).
In affioramento, questa unità si presenta sotto vari aspetti, sempre caratterizzati dalla mancanza di strutture primarie come la stratificazione e da litologie pelitiche, sabbiose e conglomeratiche mescolate. Talvolta l’aspetto è assimilabile a quello di un paraconglomerato (conglomerato matrice-sostenuto), con clasti sedimentari (spesso carbonatici) ben arrotondati e lembi di strato e pacchi di strati, immersi in una matrice argillosa con granuli dispersi (pebbly/cobbly mudstone), le cui caratteristiche sono tipicamente attribuibili ai depositi da colata di detrito (debris flows). In altre situazioni l’aspetto che assume questa unità è invece tipico dei depositi da slump, con affioramenti di successioni stratificate piegate e deformate quando il sedimento non era ancora del tutto litificato (Ogata, 2010). La presenza di fori di litodomi e di ciottoli arrotondati, l’abbondanza di fossili (gusci di ostriche, spicole di spugne, coralli, etc.) e di detrito di origine vegetale (sotto forma di lignite), e la natura delle successioni sedimentarie contenute nella massa caotica ed ancora riconoscibili (biocalcareniti nummulitiche di piattaforma, arenarie fini a stratificazione sottile di origine fluvio-deltizia), indicano che questi franamenti sottomarini hanno avuto origine a partire da ambienti di scarpata superiore, per poi progredire in maniera retrogressiva verso situazioni più prossimali, coinvolgendo anche sedimenti depositatisi in un ambiente marino relativamente poco profondo, all’incirca prossimo alla fascia costiera (Ogata, 2010).
Queste differenze litologiche e strutturali (riconoscibili lungo la verticale) e le relazioni geometriche latero/verticali, suggeriscono che questo complesso caotico è il prodotto di almeno 4 eventi da frana sottomarina ravvicinati nel tempo: due eventi inferiori, di carattere locale, e due superiori, di portata regionale, il maggiore dei quali è stato stimato aver rimobilizzato ca. 150 km3 di materiale (Ogata, 2010).


CARATTERISTICHE DELL'ESCURSIONE
Livello di difficoltà: basso
Distanza: 9 km
Dislivello: 100 m


ISCRIZIONE E ASSICURAZIONE
Iscrizione obbligatoria entro il 19/10/2018
Ingresso libero
Modalità di iscrizione:

Prenotazione obbligatoria entro le ore 18 di venerdì 19 ottobre tramite email a: stefanosegadelli@libero.it.
In caso di maltempo l'escursione verrà annullata con avviso tempestivo alle persone che avessero prenotato.

Numero massimo partecipanti: 40
Assicurazione non necessaria

ORGANIZZATORI E SPONSOR

Oordine dei geologi Regione Emilia Romagna; Consulta dei geologi della provincia di Parma; Servizio geologico (Regione Emilia-Romagna)




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