Aquae Statiellae salus per aquam
Dal Calidarium alla SPA
Nel II secolo a.C., dopo aver sconfitto le tribù liguri degli Statielli, gli antichi Romani ampliarono un insediamento preesistente fondando l’urbe di Aquae, sito baciato dalle copiose acque termali.
La ricchezza offerta dalla natura geologica e la posizione privilegiata sull'asse viario consolare fecero la fortuna della città fino al periodo imperiale. In seguito alle invasioni barbariche anche Aquae Statiellae affrontò un periodo di declino contraddistinto dalla riduzione della popolazione e del concentrico abitato.
Solo in periodo settecentesco la frequentazione delle terme per scopi terapeutici ritornò ad essere il perno dell'economia cittadina. Soprattutto i rinomati fanghi e le proprietà delle fonti sulfuree proiettarono la moderna Acqui come centro termale di eccellenza.
La geotermia
Il sistema idrotermale acquese prende vita dal “Gruppo di Voltri”, formazione geologica che costituisce l’ossatura montuosa dell’entroterra savonese. Numerosissime faglie, anche di estensione plurichilometrica, percorrono diffusamente le rocce ofiolitiche che testimoniano l’antico oceano giurassico, frapposto fra Africa ed Europa.
Alla collisione delle due placche, avvenuta circa 40 milioni di anni fa, le rocce oceaniche schiacciate da una gigantesca morsa si deformano, si fratturano e in parte raggiungono la superficie.
Le acque piovane, trovando una roccia indebolita dalla tettonica, si infiltrano nelle cavità per chilometri, arrivano a profondità notevoli e si riscaldano. Il loro percorso è lungo e tortuoso, dai circa mille metri di quota dei monti Beigua, Veirera, Ermetta, fino alla piana sedimentaria sulla quale è posta Acqui. Un sistema di faglie riporta le acque calde verso la superficie con velocità diverse da zona a zona. I geologi stimano che il serbatoio, profondo qualche chilometro, raggiunga più di 100° C e che i vapori risalgano per vie diverse. La sorgente più calda detta “la Bollente” fluisce a circa 75°C e segue un percorso diretto dopo essersi miscelata con acque sotterranee fredde. Un’altra importante emergenza idrotermale è la fonte detta dell’Acquamarcia; conserva il chimismo delle acque madri senza incontrare acque di falda e siccome risale con estrema lentezza la sua temperatura è di appena 18°C.
L’unica fuoriuscita termale degna di nota che non sia stata canalizzata al suo sbocco è quella del “Lago delle Sorgenti”, ove i sedimenti argillosi seguono i fluidi caldi a circa 50°C, creando vulcanetti di fango e vapori sulfurei.
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