A caccia di fossili e non solo!
Affascinante escursione paleontologica in cui numerosi ragazzini proveranno l’emozione di scoprire conchiglie fossili, testimonianti un antico mare ormai scomparso che occupava l’intera area dove oggi sorge il vulcano più alto d’Europa.
Si andrà nell’area del Torrente San Marcellino, nei pressi di Megara (Augusta, SR), dove all’interno di piccole trincee e canali artificiali si esplorerà tra le argille sabbiose fossilifere del Pleistocene inferiore. Le pareti degli scavi vengono periodicamente erose dall’acqua, portando alla luce strati ricchi di nuovi fossili (Fig. 1).
Sullo sfondo è visibile il cono dell’Etna, che svetta maestoso. A chi chiederà come è nata l’Etna verrà spiegato che a Muntagna (che i catanesi chiamano sempre al femminile!), come Venere è nata dalle acque, quelle di un antico mare appunto..., testimoniato oggi da conchiglie fossili molto abbondanti in tutta l’area dell’escursione.
Nel Pleistocene inferiore, circa 2 milioni di anni fa, un ampio golfo si estendeva nella Sicilia orientale tra i monti Peloritani a nord e l'altopiano Ibleo a sud, lungo la linea di contatto fra le placche eurasiatica e africana. A partire da 600 mila anni fa, in questi fondali che si sollevavano iniziarono le prime eruzioni sottomarine di lave basaltiche, che si espandevano sopra i sedimenti argillosi. Il progressivo sollevamento dell'area portò all’emersione di primi isolotti vulcanici, al centro del golfo su cui si sovrapposero numerose colate subaeree fino a formare il l’enorme vulcano che conosciamo. Delle prime attività restano gli splendidi affioramenti di basalti colonnari e di ialoclastiti della Riviera dei Ciclopi.
I fossili che osserveremo raccontano di un bacino via via meno profondo e di un clima molto più freddo dell’attuale. Molluschi e altri invertebrati marini, oggi viventi a latitudini boreali, riuscivano a vivere nel Mar Mediterraneo e anche nel golfo pre-etneo, grazie alle minori temperature raggiunte durante le fasi glaciali del Pleistocene. Negli strati del Torrente San Marcellino si potranno riconoscere il bivalve Arctica islandica (Fig. 1) e il gasteropode Neptunea contraria, fra i più noti rappresentanti di questa fauna “fredda”.
Ed è durante una di queste glaciazioni, la più recente, verificatasi circa 18.000 anni fa, che per l’abbassamento del livello del mare di parecchie decine di metri, si creò un collegamento emerso in corrispondenza dello Stretto di Messina attraverso cui l’uomo e altri animali sarebbero giunti in Sicilia.
Sempre in escursione saranno organizzate attività di archeologia sperimentale fra cui l’uso di utensili, la caccia e l’accensione del fuoco. Il gruppo proverà l’emozione di vivere esperienze quotidiane dell’uomo preistorico (Fig. 2).
iscrizione all'indirizzo e-mail: sanfiros@unict.it
Assicurazione non necessaria
Rossana Sanfilippo, Antonietta Rosso (Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali, Università di Catania)
Agatino Reitano, Francesco Cavallaro (Etnatura, http://www.associazioneetnatura.com/)

