La radioattività naturale nelle rocce

DATA DELL'EVENTO
Mer, 19/10/2016 Ore 16.00
LUOGO DELL'EVENTO
Università di Sassari, Via Piandanna 4, Sassari
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Non necessaria, ingresso libero
CONTATTI

La scoperta che alcuni nuclidi decadono in altre specie atomiche, e che questo decadimento genera calore, è una conquista relativamente recente che si deve a Bequerel e ai coniugi Curie. Da allora, in pochi anni, la manipolazione dell’energia nucleare da parte dell’uomo, dopo un primo momento improntato da ottimistiche previsioni sulle sue potenzialità, ha generato diffidenza e repulsione. Non solo per lo scellerato impiego bellico, ma anche per i noti incidenti che hanno interessato due reattori. Per questo motivo tipo di energia viene classificata come “cattiva e malefica”, secondo la visione antropomorfa che trasferisce alla natura categorie che non le appartengono. In realtà la radioattività è un fenomeno naturale che fa “funzionare” il pianeta né più né meno come l’acqua e come l’acqua può creare devastazioni se non si impara a rispettarla.

La radioattività naturale dipende, fondamentalmente, dalla presenza di radionuclidi primordiali (che sono presenti sulla Terra fin dalla sua origine) i quali decadono spontaneamente e si trasformano per raggiungere una conformazione nucleare stabile. Queste trasformazioni implicano emissione di particelle la cui energia può avere effetti nocivi sul materiale biologico.

I tre principali elementi responsabili della maggior parte della radioattività naturale nella crosta terrestre sono il potassio (K), l’uranio (U) e il torio (Th). Questi elementi sono presenti nei minerali e nelle rocce (e nei loro prodotti di alterazione) che l’uomo utilizza da sempre come materie prime.

Ad esempio la conoscenza della radioattività naturale dei materiali da costruzione è fondamentale per stabilire l’esposizione ai radioisotopi e la dose di radiazione in persone che spendono la maggior parte del loro tempo in ambienti indoor. Per questo motivo, alcune organizzazioni internazionali hanno focalizzato i rischi derivanti dall'esposizione alla radiazione dei materiali naturali, redigendo delle linee guida che consentono di classificare i materiali in base alla dose di radionuclidi presenti (< 1 mSv/a) e modalità di utilizzo degli stessi nelle abitazioni (ad es. componente strutturale o da rivestimento).
La Sardegna, con la sua enorme geodiversità, dispone di una notevole varietà di lapidei utilizzabili sia come materiali da costruzione che come elementi ornamentali. A questa enorme varietà corrisponde anche una notevole variabilità delle abbondanze di radionuclidi. La conoscenza della radioattività naturale fornisce quindi indicazioni sull’utilizzabilità di determinati materie prime ma soprattutto consente di poter discernere tra radioattività naturale e radioattività legata ad attività antropiche.



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ORGANIZZATORI E SPONSOR

Dipartimento Scienze Natura e Territorio - Università di Sassari




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