Il Vulcano Laziale racconta... panorami del Lago di Nemi

L'associazione Geonatura, con il patrocinio della Società Geologica Italiana – Sez. Giovani, presenta:

Il Vulcano Laziale racconta...panorami del Lago di Nemi

Il piccolo lago vulcanico, nell'antichità chiamato ‘lo specchio di Diana’, appariva limpido e circondato da una fitta foresta nelle quali avrebbe potuto ancora aggirarsi Diana, la temuta dea dei boschi, venerata da latini e romani.
Infatti il nome di Nemi si fa derivare da nemus = bosco, e molti si lasciarono sedurre dalle sue bellezze...un ambiente dove l’espressione selvaggia della natura è legata al mito.
Nel tempo il paesaggio ha subito alcune mutazioni, i folti boschi sono stati ridotti a causa del disboscamento e una parte della verdeggiante conca del lago è stata utilizzata per la coltivazione delle famose fragoline. Il lago, però tutt'oggi mostra ancora la sua originaria bellezza, in grado di far innamorare anche i più scettici, con le sue acque di color turchese e con quella morfologia caratteristica che solo madre natura poteva essere in grado di creare.
Un suggestivo itinerario che si snoda all'interno del Vulcano Laziale nei bei territori del Parco Regionale dei Castelli Romani, luoghi che sanno di geologia, natura, storia e cultura.
Il Vulcanismo, a prima vista rischioso e distruttivo, è stato invece un abile artista capace di plasmare paesaggi tanto suggestivi quanto particolari; le rocce vulcaniche, ci daranno la possibilità di “interpretare”, come se leggessimo un libro, l’affascinante storia geologica di uno dei complessi vulcanici più importanti dell'Italia centrale. Il lago di Nemi infatti si è formato in seguito a diverse eruzioni durante l'ultima fase di attività del Vulcano Laziale, detta freato-magmatica, durante la quale acqua e magma a contatto, hanno costruito un paesaggio singolare.
Acque piovane e piccole sorgenti alimentano questo lago, sulle cui sponde i romani costruirono un emissario artificiale in galleria, che abbassò notevolmente il livello originario delle acque.
Qui, a due passi da Roma, la natura fa da padrona e l'uomo ha dovuto imparare a convivere con essa.